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miércoles, 24 de agosto de 2011

Il Bucintoro al molo nel giorno dell'Ascensione



 Prima di cominciare con l’analisi di quest’opera, vogliamo spiegare cos’é la denominata “Scuola Veneziana” di cui Canaletto formó parte. Questa “scuola” fu un insieme di movimenti artistici, di cui la maggior parte di quelli, erano legati alla pittura, e si sviluppó nella Serenissima Repubblica di Venezia, ma dopo si diffonderá per tutta l’Europa. Dentro di questa scuola, troviamo a pittori tali come Paolo Veneziano, Paolo Veronese, Tintoretto, Giambattista Tiepolo, Canaletto,  Francesco Guardi, ecc.
Ora, centrandoci in quest’opera, e sapendo anche, che formó parte di questa Scuola Veneziana, é stata dipinta circa il 1740 con la tecnica ad olio su tela, e le sue dimensioni sono 120,5 x 157 cm.
Francesco Guardi " Il Bucintoro in riva degli Schiavoni"
Possiamo aprezzare una bella e radiante giornata a Venezia, piú specificamente, la facciata del Palazzo Ducale e la Piazza San Marco, che si affaciano sul mare Adriatico. Si vede l’intelligente uso della prospettiva, dando l’idea di una gran lontanaza del palazzo e della piazza, anche perché i gondolieri si trovano in primo piano e in fondo della pittura, si trovano gli edifici (tra cui appena si riesce a notare una timida Basilica di San Marco), ma comunque, tutto si puó apprezzare chiaramente, dato che si puó vedere una grande quantitá di luce, la quale, viene riflessa su gli edifici, spargendosi dopo sull’acqua , dandogli un colore con una tonalitá  piú scura (l’acqua la vediamo di un verde marino, che a causa delle tecniche di luce,  e alle figure delle gondole e dei gondolieri che stanno sull’acqua, fanno che questo colore diminuisca un pó la sua luminositá). Grazie anche a questa tecnica utilizzata di luce , vediamo come i colori rappresentati nel dipinto, danno l’idea di “brillare” quando uno gli vede: il colore del mare, l’azzurro del cielo, il nero delle  variate gondole, il giallo 
Bucintoro in miniatura
degli edifici mostrati, e il rosso e il dorato che si trovano a destra del dipinto, e che formano parte della figura protagonista di questo : il Bucintoro. L’asta con la bandiera rossa, e il suo decorato con una tenda di seta rossa e bassorilievi dorati, ci fanno girare lo sguardo verso a questa “barca” e domandarci... qual’é la sua storia.
Il Bucintoro era la galea (a remi) ufficiale dello stato del Doge della Repubblica di Venezia, nella quale, s’imbarcava una volta all’anno, per il giorno dell’Ascensione, per celebrare l’unione di Venezia con il mare. In questa festa il Doge getta un anello d’oro nelle acque del mare, simbolo delle nozze, cioé di un’unitá strettissima, come giá abbiamo detto, tra Venezia e il mare. Il nome di Bucintoro proviene del veneziano “buzino d’oro" (barca d’oro), e fu stato latinizzato nel Medioevo come “bucentaurus”, nome di un’ipotetica creatura mitologica simile al centauro, pero con corpo di bovino. 
Il quadro é stato fatto per Joseph Smith, il quale era il miglior amico, e mecenate di Canaletto.
Questo dipinto oggi si trova nell’Accademia Veneziana di pittura e scultura, mostrando a tutti il suo disegno orizzontale e pieno di diversitá di colori.

martes, 23 de agosto de 2011

Ricevimento dell'ambasciatore imperiale a Palazzo Ducale

Quest’opera, che é stata dipinta circa il 1729 con la tecnica ad olio su tela (e le sue misure sono 184 x 265 cm), ci mostra l’arrivo dell’Ambasciatore imperiale, il conte Giuseppe di Bolagno, alla Repubblica di Venezia, e ci presenta la cerimonia d’insediamento di questo personaggio (presenta le sue credenziali al Doge), che ebbe luogo il 29 maggio del 1729. Dobbiamo menzionare che il committente o mecenate di quest'opera fu lo stesso conte Bolagno, e quindi, a lui era destinato questa pittura. Facendo un paragone con la pittura di sopra (“Il Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione), possiamo vedere come Canaletto continua ad utilizzare le splendide tecniche di luce, che danno l’idea di questo “brillare” dei colori: il cielo azzurro con timide 
Ritratto di Giuseppe Bolagnos
nuvole a sinistra, i colori gialli e rosa del palazzo Ducale a destra, il verde marino del mare, gli azzurri, gialli, verdi, rossi, neri, viola, ecc. degli abbigliamenti delle persone, e il  bassorilievo dorato delle gondole che si trovano in primo piano. Anche come nell’altra pittura, Canaletto fa un gran lavoro con l’uso della prospettiva: le gondole dorate sono le figure piú grandi dell’immagine (dopo il Palazzo ovviamente, ma questo, dopo diminuisce la sua misura grazie al effetto della prospettiva), la gente che si vede lontano sempre é piú piccola, situazione simile a quella delle barche. Non dobbiamo dimenticare che Canaletto fu un grande esponente del Vedutismo, e nel Settecento, la “veduta”, indipendentemente dalla presenza attiva dell’uomo, diventa protagonista. Il contesto culturale sotto il quale si sviluppa questo fenomeno é, come giá sappiamo, l'Illuminismo: la veduta é un documento oggettivo di luoghi o eventi storici, nella quale si vede la razionalitá della prospettiva.
Ora, per finalizzare, spiegheremo brevemente chi fu Giuseppe Bolagnos: fu uno spagnolo venuto a Milano, che nel 1702, diventa senatore. Nel 1728,  diventa Marchese di Pizzighettone e feudatario di Galeppio, e finalmente, diventa Ambasciatore a Venezia, dove morí nel 1732.

Piazza San Marco

Archivo:Canaletto (II) 023.jpg
Nel dipinto, che é stato fatto tra il 1735 e il 1740 con la tecnica ad olio su tela (le sue misure sono 76 x 114,5 cm), e che si trova attualmente nel Museo Thyssen-Bornemisza a Madrid, ci mostra la facciata della Piazza San Marco. Canaletto ha dipinto quest'opera tra il suo soggiorno a Roma nel 1723, e fu un incarico di un nobile veneziano, con la finalitá di ornamentare il suo palazzo. Nell’immagine, vediamo la Piazza San Marco, e in fondo al centro , la Basilica di San Marco, e insieme a questa, il campanile, il quale, occupa tutta la forma verticale della pittura; s’apprezzano anche il “Procuratie Vecchie” a sinistra, e a destra, il “Procuratie Nuove” (i Procuratie erano gli edifici che anticamente ospedavano i Procuratori di San Marco).
Piazza San Marco nell'attualitá
A differenza degli altri due dipinti, “Piazza San Marco”, non ci da quella sensazione d’allegria e luminositá, al contrario: vediamo un’immagine di una parte di Venezia “grigia”, che solo risplende per la luce del Sole. Questa tecnica di luce fa che il sole illumini la piazza da destra, facendo che il “Procuratie Nuove” produca una gran ombra sul suolo della
 piazza, riuscendo cosí a fare un simpatico contrasto di colori scuri e chiari: l’ombra del suolo, le figurine delle persona camminando, gli archi neri dei due “procuratie”, e il cielo nuvoloso dove appena si affaccia un pó di azzurro.
Ma un aspetto in comune con gli altri dipinti é, una volta in piú, l’uso della prospettiva, la eccellente e delicata sensazione di profonditá che Canaletto ci riesce a dare: in primo piano, vedere alle piccole persone che camminano attraverso la piazza, fino ad arrivare al piccolo “mercatino” che si trova ai piedi di quello che é il centro stesso di tutta la pittura: la Basilica di San Marco, e il Campanile... l’immagine in generale di questa veduta, ci da una elevata prospettiva sopra il livello di contemplazione naturale della scena.
Piazza San Marco attuale... trasformata
completamente quando arriva la notte
Possiamo vedere un’altro elemento dentro di “Piazza San Marco”: Canaletto fa una specie di gioco con le linee rette che si trovano all’interno del dipinto: le linee verticali che conformano il campanile, sono parallele a quelle che si formano sul suolo della piazza,  e lo stesso sucede con le linee rette dei “Procuratio”. Quest’osservazione curiosamente ha da vedere con la concezione illuministica del vedutismo: qualcosa razionale e rigida, che deve mostrare la realtá delle cose... ed é effettivamente, e quello che curiosamente (come opinione e interpretazione nostra), riflessano quelle linee, ancora quando queste, formano parte della vera realtá che Canaletto ci vuole mostrare.
Nell’attualitá, se compariamo questo dipinto con una fotografia  della Piazza San Marco del secolo XXI, vedremo che le differenze sono minime (il suolo é pavimentato, non c’é nessun mercatino davanti alla Basilica, le tende che nascono dai procuratio non esistono, ecc. 
E che, sia come ieri, o sia come oggi... come dice Charles Aznavour nella sua canzone in spagnolo "Venecia sin ti": “Que profunda emoción, recordar el ayer, cuando todo en Venecia, me hablaba de amor...", cioé, con questo, Aznavour ci vuole trasmettere che la magia di Venezia, é rimasta nel tempo, e anche, incanta a qualsiasi che sia innamorato.