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martes, 23 de agosto de 2011

Ricevimento dell'ambasciatore imperiale a Palazzo Ducale

Quest’opera, che é stata dipinta circa il 1729 con la tecnica ad olio su tela (e le sue misure sono 184 x 265 cm), ci mostra l’arrivo dell’Ambasciatore imperiale, il conte Giuseppe di Bolagno, alla Repubblica di Venezia, e ci presenta la cerimonia d’insediamento di questo personaggio (presenta le sue credenziali al Doge), che ebbe luogo il 29 maggio del 1729. Dobbiamo menzionare che il committente o mecenate di quest'opera fu lo stesso conte Bolagno, e quindi, a lui era destinato questa pittura. Facendo un paragone con la pittura di sopra (“Il Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione), possiamo vedere come Canaletto continua ad utilizzare le splendide tecniche di luce, che danno l’idea di questo “brillare” dei colori: il cielo azzurro con timide 
Ritratto di Giuseppe Bolagnos
nuvole a sinistra, i colori gialli e rosa del palazzo Ducale a destra, il verde marino del mare, gli azzurri, gialli, verdi, rossi, neri, viola, ecc. degli abbigliamenti delle persone, e il  bassorilievo dorato delle gondole che si trovano in primo piano. Anche come nell’altra pittura, Canaletto fa un gran lavoro con l’uso della prospettiva: le gondole dorate sono le figure piú grandi dell’immagine (dopo il Palazzo ovviamente, ma questo, dopo diminuisce la sua misura grazie al effetto della prospettiva), la gente che si vede lontano sempre é piú piccola, situazione simile a quella delle barche. Non dobbiamo dimenticare che Canaletto fu un grande esponente del Vedutismo, e nel Settecento, la “veduta”, indipendentemente dalla presenza attiva dell’uomo, diventa protagonista. Il contesto culturale sotto il quale si sviluppa questo fenomeno é, come giá sappiamo, l'Illuminismo: la veduta é un documento oggettivo di luoghi o eventi storici, nella quale si vede la razionalitá della prospettiva.
Ora, per finalizzare, spiegheremo brevemente chi fu Giuseppe Bolagnos: fu uno spagnolo venuto a Milano, che nel 1702, diventa senatore. Nel 1728,  diventa Marchese di Pizzighettone e feudatario di Galeppio, e finalmente, diventa Ambasciatore a Venezia, dove morí nel 1732.

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